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La crisi dei microchip colpisce le aziende brianzole, la Fiom scrive ai Parlamentari del territorio

La crisi dei microchip sta assumendo una dimensione importante e sta colpendo anche le aziende brianzole.

Le difficoltà di approvvigionamento dei microprocessori e con esso anche quello di diverse materie prime come l’acciaio e le materie plastiche sta causando seri problemi alla capacità produttiva delle aziende di diversi settori, primi fra tutti quello dell’automotive e dell’elettrodomestico, con pesanti ripercussioni sulle lavoratrici e sui lavoratori.


Anche in Brianza si stanno vedendo le conseguenze di questa crisi, la Candy di Brugherio ha annunciato un ricorso importante alla Cassa integrazione, analogamente ha fatto anche la Edim del gruppo Bosch di Villasanta e diverse altre aziende produttrici di componentistica auto. Anche le bullonerie presenti in Brianza stanno mostrando segnali di difficoltà. Ci sono intere filiere produttive che evidenziano i segnali di fortissimi disagi.


A tutto ciò si deve aggiungere che il costo delle poche materie prime disponibili si è notevolmente incrementato, complicando ancora di più la situazione.


Tra i fattori scatenanti tale situazione parrebbe esserci l’assorbimento di grossa parte delle disponibilità mondiali di materia prima da parte del mercato cinese, ad ogni buon conto laddove questa circostanza dovesse prolungarsi, il rischio è che ci sia un impatto negativo sui lavoratori, anche in termini occupazionali.

Un rischio molto alto che andrebbe a sommarsi alle criticità già in essere in questa delicata fase di gestione della pandemia da Covid-19.


Sono questi i termini della lettera che la Fiom Cgil Brianza ha scritto ai Parlamentari affinché si facciamo parte attiva per favorire un confronto tra Governo e sindacati che affronti un problema che sta sempre più assumendo contorni importanti


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