“Candy, Peg Perego, Fimer, Flowserve, Sanvito e Somaschini e diverse altre aziende più piccole sono i casi che non ci fanno andare in ferie in maniera tranquilla perché l’impatto che si avrà sui lavoratori sarà pesante” dichiara Pietro Occhiuto, Segretario Generale della Fiom Cgil Brianza.
Il Sindacato dei Lavoratori Metalmeccanici della Cgil della Brianza esprime profonda preoccupazione per la crisi che sta colpendo il settore delle aziende metalmeccaniche nel territorio.
Negli ultimi mesi, le aziende sopra elencate hanno dichiarato difficoltà economiche significative, con conseguenti chiusure e riduzioni del personale. Questa situazione sta mettendo a dura prova le famiglie dei lavoratori e l’intero tessuto socio-economico della Brianza.
“La parola d’ordine sembra essere esuberi – prosegue Pietro Occhiuto – esuberi in Candy, esuberi in Peg Perego, esuberi in Flowserve, le grandi multinazionali scricchiolano ed il sindacato viene chiamato solo quando si deve celebrare il funerale o le chiusure mai quando si deve invece discute di piani di rilancio. Tutto questo è inaccettabile!”.
Paradossale e particolarmente preoccupante è la situazione della Candy di Brugherio dove per la prima volta nella storia del marchio arriva la richiesta di tagliare 83 impiegati (su 900 colletti bianchi), questa dichiarazione di esuberi è arrivata dopo che negli ultimi anni la stessa Candy aveva assunto circa 400 impiegati.
“Pretendiamo di sapere quali sono le prospettive. Ed è proprio su questo punto che vogliamo vederci chiaro, le continue sforbiciate al personale non suggeriscono certo una crescita – continua Occhiuto – il confronto riprenderà a settembre, i manager dovranno chiarire quali sono le sorti di questa fabbrica”.
Altra situazione preoccupante è quella della Peg Perego dove l’azienda ha dichiarato 104 esuberi su 263 dipendenti. “L’esubero dichiarato è pari al 40% del personale – sottolinea Adriana Geppert della Fiom-Cgil Brianza – A marzo 2025 avremo esaurito tutta la dote possibile di ammortizzatori e lo spettro dei licenziamenti si fa sempre più concreto. Una crisi lunghissima che si trascina dal 2018 con i lavoratori che stanno in fabbrica al massimo 20 ore a settimana”.
Licenziamenti in atto anche alla Flowserve di Mezzago. La decisione della multinazionale americana di trasferire parte della produzione in India determina 61 licenziamenti su 179 dipendenti. “Il taglio nasce da qui – ricorda Adriana Geppert della Fiom Cgil Brianza – non da una crisi nei conti. Gli ordini ci sono, il fatturato cresce. L’azienda ha sempre rifiutato gli ammortizzatori sociali, che avrebbero salvato i posti e offerto una prospettiva. Hanno abbandonato il tavolo della trattativa negando anche le uscite volontarie”.
E poi c'è la vicenda della Fimer, l'azienda che a sede a Vimercate che opera nel settore degli inverter e delle colonnine elettriche, in crisi dal 2021 e che potrebbe registrare la chiusura dello stabilimento brianzolo con ripercussioni negative per i 65 dipendenti.
A tutto ciò va aggiunto anche il fatto che diverse aziende del settore dell’automotive stanno affrontando cali di produzione ricorrendo agli ammortizzatori sociali o ad accordi per gestire il raffreddamento della produzione.
“Una situazione molto preoccupante quella che sta investendo il lavoro metalmeccanico in Brianza – conclude il Segretario Generale della Fiom Cgil Brianza – rischiamo di perdere interi settori di produzione nel silenzio totale del Governo. Le Segreterie nazionali di Fim, Fiom e Uilm stanno da tempo chiedendo al Governo di aprire tavoli di confronto per la gestione delle crisi e per il rilancio dei vari settori industriali senza però ricevere alcuna risposta. Nel frattempo avanzano chiusure e licenziamenti”.
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